Di Miriana Cantarella

<< Che problema c’è se stanno un’ora in più? Si abituano al lavoro >>

Nel 2022 la comunità studentesca si è riunita in piazza più volte a seguito della morte di tre studenti durante le attività del PCTO: Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci, Giuliano De Seta. Tutte vittime di un modello di scuola che non funziona, ci sfrutta, ci uccide. Non sono disponibili dati chiari e aggiornati sul numero complessivo di infortuni e decessi legati a queste esperienze.

Ecco un piccolo quadro:
In Italia dal 2017 al 2021 sono stati denunciati 296.003 infortuni e 18 morti.
Nel 2022, l’INAIL ha registrato 17.531 denunce di infortuni riguardanti minorenni:
14.867 erano studenti, di cui 641 impegnati in attività di alternanza scuola-lavoro, e 2.664 erano lavoratori, tra cui 285 allievi di corsi di formazione professionale. In tre casi, gli infortuni hanno avuto esito mortale.

All’estrema inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate si aggiunge un altro aspetto. I PCTO prevedono un monte orario obbligatorio per accedere agli esami di Stato. Ciò ha costretto le scuole a scelte non sempre valide sul piano formativo. Gli accordi con i soggetti ospitanti spesso non avvengono in base alle effettive esigenze degli studenti.

Di seguito la testimonianza di una professoressa.

Nel nostro liceo si era stipulato un accordo presso degli hotel, nei quali gli studenti venivano inseriti all’accoglienza. Il partner era esigente e ha selezionato chi sapeva parlare in pubblico, preferendo chi conosceva l’inglese, ma soprattutto bisognava essere di “bella presenza”. Lo chiedono sfacciatamente, dunque se sono ragazze è meglio. Bisognerebbe assicurare agli studenti la sicurezza sia fisica che mentale, ma sulla scelta della struttura non si può intervenire. Io sono stata tutor, mi occupavo di seguire i ragazzi, accompagnarli nella struttura, registrare le presenze.

Dovevo segnalare casi di abuso: supponiamo si fosse stabilito che lo studente dovesse svolgere due ore di lavoro, accadeva che gli si chiedesse di restare per ore in più. “Aspettiamo un gruppo di turisti, resti così ci aiuti?” ma gli studenti non sono il personale della struttura, che spesso tende a sfruttare. Alcuni professori dicevano “che problema c’è se stanno un’ora in più? Si abituano a lavorare” e l’idea di lavoro è che puoi farti sfruttare? Noi dobbiamo estirparla questa idea.

Gli studenti devono sapere cosa sia il mondo del lavoro, ma non bisogna approfittarne. Quando lavoravo all’alberghiero, studenti assegnati al ruolo di camerieri o aiuto cuoco, venivano utilizzati per pulire i bagni. Se nascesse una figura di vigilanza, un ispettore scolastico, si potrebbe evitare di sfruttare gli studenti. Nel momento in cui c’è una violazione bisogna fare delle sanzioni, non può bastare una semplice promessa in risposta a una ramanzina.

Cosa dovrebbe cambiare del sistema di sicurezza attuale?

Ci vorrebbe più consapevolezza del pericolo, soprattutto all’interno di una fabbrica. Il sistema di sicurezza attuale prevede dei fogli formativi. Si distribuiscono a studenti e genitori, sono solo fogli da leggere, è poco.

Facciamo poi il corso sulla sicurezza studiando dalle slide di una presentazione, ma anche questo è troppo teorico e poco pratico e mirato.

Un aspetto difficile del tuo ruolo e uno gratificante.

La parte più difficile è stata far comprendere che bisogna rispettare il ruolo e la dignità di tutti. Sentire gli studenti con meno dubbi verso il futuro dopo l’esperienza del PCTO è ciò che mi ha dato più soddisfazione.

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